venerdì 28 novembre 2008

ELEZIONI STUDENTESCHE INDETTE PER IL 16 E 17 DICEMBRE


UPECS

I L R E T T O R E

VISTO lo Statuto di Ateneo

VISTO il proprio decreto n. 3380 del 17.10.08, con il quale sono state indette, per i giorni
2 e 3 dicembre p.v., le elezioni delle rappresentanze studentesche nel Comitato
per lo Sport universitario, nel Consiglio degli Studenti di Ateneo e nei Consigli di
Facoltà e nei Consigli di Corsi di Laurea;

VISTO il proprio decreto n.4080 del 27.11.08, con il quale è stata disposta la sospensione
della elezioni suddette, in quanto lo stato di occupazione dell’edificio sede della
Facoltà di Sociologia non consente di assicurare il regolare svolgimento delle
operazioni elettorali;

VISTA la nota del 28.11.08, con la quale il Rettore, i Presidi ed i Presidenti dei Poli
hanno concordato di fissare le date delle elezioni studentesche per i giorni 16 e 17
dicembre p.v.;

CONSIDERATA tra l’altro, la necessità di individuare seggi elettorali diversi da quelli già fissati onde consentire il regolare svolgimento delle elezioni;
RITENUTO pertanto, opportuno fissare le nuove date per lo svolgimento delle operazioni
elettorali, per i giorni 16 e 17 dicembre p.v.;

D E C R E T A

Per i motivi di cui in premessa, sono fissate, per i giorni 16 e 17 dicembre, le operazioni elettorali,
relative alle elezioni, indette con D.R. n. 3380 del 17.10.08, delle rappresentanze studentesche nel Comitato per lo Sport Universitario, nel Consiglio degli Studenti di Ateneo e nei Consigli di Facoltà e nei Consigli di Corsi di Laurea.

Napoli,

IL RETTORE
Guido TROMBETTI
d’ordine del Rettore
Il Direttore Amministrativo
Dott.ssa Maria Luigia Liguori
il rettore ha fatto uscire oggi un nuovo decreto con il quale inidce per i giorni 16 e 17 novembre le elezioni delle rappresentanze studentesche.
Tutto ciò è gravissimo. ancora più grave di averle chiamate durante la fase di movimento. il rettore trombetti ha ceduto al ricatto dei fascisti e di confederazione che da ieri, in maniera poco civile e pacifica, hanno occupato il rettorato e ribadito il loro "diritto ad essere eletti". Non possiamo e non dobbiamo far passare la cosa come nulla fosse. il rettore ha deciso di non ascoltare chi proponeva proposte politiche legittime e di garanzia per gli studenti rispetto agli organi decisionali dell'ateneo. ha ceduto a chi da anni fa della rappresentanza studentesca un mezzo per costruirsi una carriera personale, andando ad ingrossare le fila del baronato e perpetuando anche all'interno degli atenei quel modo di fare politica corrotto ed autoreferenziale. trombetti ha preferito ascoltare (oppure ha ceduto alle minacce di) chi fa si che il nostro ateneo spenda i soldi dello stato e degli studenti in attività che non c'entrano nulla con la nostra formazione come i famossissimi "calendario delle studentesse" e "reginetta d'ateneo". il rettore preferisce ascoltare chi attraverso le strette di mano e garantendo la pace sociale nelle facoltà vince concorsi di dottorato e borse di ricerca. trombetti preferisce ascoltare chi oggi provoca e usa la violenza contro gli studenti in mobilitazione: gli unici davvero interessati al fututo di tutti gli studenti e dell'esistenza stessa dell'università come luogo pubblico di crescita collettiva. Trombetti si schiera con la destra, i fascisti, ed i corrotti.
Dobbiamo ribellarci a tutto questo.

giovedì 27 novembre 2008

LETTERA DEL RETTORE PER IL RINVIO DELLE ELEZIONI

I L R E T T O R E
VISTO lo Statuto di Ateneo
VISTO il proprio decreto n. 3380 del 17.10.08, con il quale sono state indette, per i giorni
2 e 3 dicembre p.v., le elezioni delle rappresentanze studentesche nel Comitato
per lo Sport universitario, nel Consiglio degli Studenti di Ateneo e nei Consigli di
Facoltà e nei Consigli di Corsi di Laurea;

VISTO il proprio decreto n.4058 del 25.11.08, con il quale sono stati costituiti i
seggi elettorali per le elezioni sopra citate;

VISTA la nota, assunta al protocollo riservato di Ateneo con n. 13795 del 26.11.08, con la
quale il Preside della Facoltà di Sociologia ha comunicato che, in data 26.11.08,
“alle ore 17.30 un numeroso gruppo di studenti non meglio identificati ha occupato
l’edificio sede della Facoltà di Sociologia, intimando al personale docente e non
docente presente di abbandonare i locali”;

CONSIDERATO che il suddetto edificio è sede del seggio elettorale n. 30;

SENTITI tutti i Presidi di Facoltà ed i Presidenti di Polo ;

RITENUTO necessario sospendere la tornata elettorale perché lo stato di occupazione della
Facoltà di Sociologia non consente di assicurare il regolare svolgimento delle
elezioni;

D E C R E T A
Per i motivi di cui in premessa, è sospesa la tornata elettorale indetta con D.R. n. 3380 del 17.10.08, relativa alle elezioni delle rappresentanze studentesche nel Comitato per lo Sport Universitario, nel Consiglio degli Studenti di Ateneo e nei Consigli di Facoltà e nei Consigli di Corsi di Laurea, prevista per il 2 e 3 dicembre p.v.
Napoli, 27.11.08

IL RETTORE
Guido TROMBETTI

MANIFESTAZIONE DEL 28-11

VENERDI 28 NOV
ORE 9:30 PIAZZA DEL GESU’: saremo in piazza per unirci agli studenti medi e manifestare la nostra indignazione per la morte di Vito.
ORE 15:30 PIAZZA MANCINI: Incontreremo precari, operai e disoccupati immigrati che si oppongono a carovita e repressione ed insieme intraprenderemo percorsi di liberazione delle strade di questa città, verso lo sciopero generale del 12.

Lo striscione d'apertura sarà firmato movimento studentesco campano.

Per chiarezza: l'assemblea di veterinaria non si é ancora riunita per parlare dello sciopero del 12, quindi ancora non abbiamo una posizione comune.
Inoltre non si é discusso neanche delle manifestazioni di domani, quindi chiunque parteciperá alle suddette lo fará a titolo personale.

mercoledì 26 novembre 2008

ASSEMBLEA DI FACOLTA' 27/11 ORE 12

Vista la situazione dell’ultimo periodo, dove non c’è un “clima sereno” e non c’è una linea comune da parte degli studenti di medicina veterinaria, i quali non tutti si riconoscono nell’attuale modalità di rappresentanza sentiamo il bisogno di incontrarci tutti per discutere degli ultimi avvenimenti.
Avvisiamo quindi che giovedì 27 novembre alle ore 12.00 ci sarà un’assemblea aperta a tutti gli studenti, i cui punti all’ordine del giorno saranno:
Decisione dell’assemblea tenutasi il 24 novembre,: posticipazione delle elezioni, ricerca di nuove modalità di rappresentanza;
Esporre la situazione a livello dell’interfacoltà dell’Ateneo Federico II.
Discussione alla partecipazione della manifestazione sul “Carovita e Repressione” a Napoli il giorno 28
L’assemblea ritiene necessaria la presenza dei rappresentanti delle liste dei candidati alle prossime elezioni per un confronto pacato e sereno,soprattutto in quanto studenti come tutti gli altri.

Si inviteranno i professori a sospendere le lezioni durante l’orario dell’assemblea. Nel caso in cui non ci sia disponibilità da parte di questi ultimi, si chiede un atto di responsabilità individuale degli studenti, abbandonando le aule per recarsi alla sede centrale.

manifestazione napoli 28 novembre

Il 28 Novembre ci sarà una manifestazione chiamata sia dagli studenti medi (contro la 133), sia dai lavoratori (per la generalizzazione della protesta).
E' necessario informarsi sull'organizzazione stessa della manifestazione (se avete proposte, sono ben accette!!) e su un'eventuale partecipazione come facoltà o semplicemente come singoli e con chi partecipare (lavoratori, studenti o entrambi).
A breve forniremo maggiori informazioni sull'organizzazione.

venerdì 21 novembre 2008

RIFLESSIONI CRITICHE SULLA COSIDDETTA ONDA.

documento letto durante l'assemblea di ateneo della Federico II, del 21 novembre 2008.

Il nostro collettivo di medicina veterinaria è nato recentemente come spontanea risposta da parte di un gruppo di studenti rispetto alle ultime, ma non solo, riforme attuate dal governo che riguardano il mondo universitario. Per tanto non abbiamo avuto la possibilità di mettere in chiaro quelle che sono le basi normalmente proprie di un collettivo, come una linea politica ben definita, sebbene sia totalmente condivisa una critica all’attuale modello di università e un’opposizione ferma e decisa alle manovre che il governo sta attualmente portando avanti anche attraverso la manovra finanziaria.

Come collettivo “in fasce”, teniamo quindi a voler mettere dei punti fermi su cui basare il nostro percorso politico sia all’interno della nostra facoltà sia all’interno di un movimento studentesco collettivo, un movimento sicuramente di dimensioni più vaste ma che,fino a questo momento, è stato di contenuti molto più striminziti.
Abbiamo molto da criticare su come si sono svolte fino ad oggi i momenti assembleari e decisionali, su come, con metodi poco ortodossi, si è indirizzata su obiettivi decisi da pochi questa “onda irrefrenabile” costituita da molti e che, per quanto se ne possa dire, non dobbiamo dimenticarci ha avuto il pregio di essere nata dal basso e in maniera spontanea. Allo stesso tempo, abbiamo anche molto da proporre a questo movimento, da cui noi non vogliamo allontanarci a priori anzi, al contrario, abbiamo tutte le intenzioni che cresca, e che cresca bene. Per bene intendiamo che acquisisca una coscienza di sé, di cosa è stato in grado di fare e soprattutto cosa potrà fare. Ci piace ribadire che critiche e proposte sono secondo noi il fulcro di un percorso di lotta e di crescita, e che per questo non ci risparmieremo nel farle.
Vogliamo partire prima di tutto da noi, da cosa intendiamo noi del collettivo di veterinaria per riforma dell’università e movimento “onda”. Da quando siamo nati, cerchiamo di indirizzare le nostre energie nel coinvolgimento degli altri studenti,ma anche delle altre figure professionali presenti in facoltà(professori,tecnici,ricercatori,ecc.), e non solo. Se è vero che il collettivo è nato dall’indignazione per la 133, con la formazione di gruppi studio sulla legge e le numerose assemblee indette per discutere e aggiornarsi sul decreto legge dell’attuale governo, è anche vero che il collettivo è ancora in piedi perché si è individuato nella didattica alternativa un mezzo interessante ed efficace per mettere in discussione il vigente sistema universitario (e ci riferiamo all’università di almeno 15 anni a questa parte) e allo stesso tempo sperimentare vie diverse, innovative e soprattutto per noi appaganti;perché,non dimentichiamocelo mai,senza studenti non c’è nessuna università. Allora che ben vengano i gruppi studio sulla riforma, ma che essi siano parte di un percorso più ampio, un percorso che non perda di vista il contesto storico e sociale di cui fa parte lo studente, dove non si perda di vista che la 133 è inserita nella prossima finanziaria, dove i tagli all’istruzione vengono convertiti in aumenti alle forze armate, le stesse che sono schierate giorno e notte nelle nostre città in nome della sicurezza(e ci chiediamo: la sicurezza di chi?), che la crisi strutturale dei mercati la paghiamo minuto per minuto, soprattutto quando si è, come forza lavoro, parte integrante della produzione; dove il sapere universitario è deciso dai canoni del mercato, le cui finalità sono produzione ed economicità. E potremo continuare alla lunga.
Siamo convinti che finchè il movimento non inizi a guardarsi intorno e cominci a dare il giusto peso alla riforma gelmini, cioè quello di un ulteriore attacco ad un’università ormai in declino da anni, ma che almeno ha avuto il merito di scrollare dal letargo tanti di noi, non potremo pensare che le nostre rivendicazioni vengano prese in considerazione.
Riteniamo quindi che la strada da percorrere attualmente passi dalla riappropriazione di spazi all’interno delle facoltà, con la funzione di punto di aggregazione e di auto-organizzazione, liberi da qualsivoglia associazione o partito; dall’organizzazione di didattica alternativa, sia nelle facoltà che nelle piazze, in maniera da poter entrare in contatto sia con gli studenti che tutte con le altre realtà che vivono nella città; dalla generalizzazione della protesta , in maniera di poter avere un peso specifico idoneo per avanzare delle rivendicazioni, momento fondamentale di qualsiasi lotta.

Se questi sono per noi i presupposti imprescindibili per il continuo di una lotta efficace e non autocelebrativa, allora il movimento studentesco campano è per noi da tutt’altra parte.
Basti pensare alla manifestazione regionale del 7 novembre, finita in un party a piazza del plebiscito, in più con un unico cd a disposizione, e dove gli unici disagi sono stati recati agli automobilisti imbottigliati in galleria. Riteniamo che il blocco del traffico, a napoli, non sia una forma di protesta efficace,visto il numero e la frequenza dei cortei dei disoccupati, senza nulla togliere alle loro forme di protesta, un blocco ulteriore,anche se dimensioni maggiori, non va a scalfire nessun equilibrio. Perché non prendere in considerazione il blocco del centro direzionale, punto nevralgico del sistema economico e giudiziario della città?
Inoltre, il 4 novembre fu stilata e presentata una lettera di richiesta ai rettori campani che ha avuto come risposta l’assoluta indifferenza degli stessi, tanto che il giorno 2 dicembre si svolgeranno regolarmente le elezioni studentesche nel nostro ateneo. Ci chiediamo se è una necessità di tutti trovare dei modi per impedire o semplicemente rimandare le elezioni, visto che la forma di rappresentanza elettorale è messa in discussione dalla stessa esistenza delle assemblee, considerando poi che la campagna elettorale ha distolto, non poco, l’attenzione dai problemi affrontati da queste ultime.
A nostro modo di vedere, l’assemblea ha un ruolo sovrano dal punto di vista decisionale in quanto rappresenta il volere di tutti gli studenti che possono così liberamente esprimere il loro parere e formulare le loro proposte senza doversi affidare ad intermediari che nella maggior parte dei casi non tengono conto delle minoranze. Altro punto a favore delle assemblee è la loro flessibilità che si contrappone invece alla staticità delle rappresentanze tradizionali consentendo così di affrontare in maniera appropriata le esigenze di tutti.
Infine, ma non meno importante, bisogna sottolineare ciò che è accaduto prima e durante la manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma e della tre giorni che né è seguita.
Non possiamo far finta di niente e far passare sottobanco delle metodiche che mettono seriamente in discussione la nostra partecipazione futura al movimento studentesco, perché riteniamo che coerenza e chiarezza siano fondamentali per portare avanti il movimento. Entrambe sono venute meno, perché:

COERENZA : Nelle varie assemblee interfacoltà, svoltesi nei giorni antecedenti la manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma, si erano chiaramente prese le distanze da un’ eventuale partecipazione alle nostre lotte di partiti e sindacati, concentrando le nostre forze su quello che per noi è un diritto fondamentale : manifestare! Diritto che ci è stato poi negato da Trenitalia a cui, a nostro parere, sarebbe stato necessario rispondere in maniera incisiva. Quello che poi si è verificato è noto a tutti e cioè che, al contrario di quello che si era prospettato, ci siamo ritrovati a muoverci con mezzi finanziati da CGiL, Camera di Commercio e Regione, in particolare l’assesore Corrado Gabriele. Alle parole “o tutti o nessuno” fortemente acclamate nelle precedenti assemblee, si è preferito l’utilizzo di un treno e 20 pullman che ha disgregato l’unità del movimento. Come conseguenza di ciò siamo arrivati a Roma in tempi e luoghi diversi cosa che di fatto ha frammentato la nostra unità nel corso della manifestazione. A questo punto ci sorge una domanda: a che serviva tutta quella presa di posizione contro chi si autorganizzava, se poi in extremis sono state usate le stesse metodiche?

CHIAREZZA: In merito al corteo, ad esempio, c’era un percorso prestabilito che è stato modificato all’ultimo momento senza avvisare i referenti di facoltà, piazza, pullman (chiamateli come volete!) finendo così per dividere ulteriormente il corteo e lasciando le migliaia di persone che si erano recate a Roma nella confusione costringendole ad una scelta arbitraria.
Stesso discorso vale per lo svolgimento della tre giorni di Roma dove il primo giorno al posto di una assemblea plenaria come da programma, si è svolto uno sterile comizio davanti a giornalisti e reti televisive, rimandando poi ai Tavoli di lavoro le presentazioni delle singole realtà in lotta, sottraendo tempo utile ad un dibattito secondo noi molto più costruttivo!
Il documento che ne è risultato, infine, per quanto condivisibile sotto alcuni punti è stato scritto a porte chiuse dagli stessi organizzatori escludendo ancora una volta le altre realtà presenti dai momenti decisionali.
Pur confidando nella buona fede degli organizzatori e comprendendo le difficoltà di gestione di un simile evento, c’è stato un inutile spreco di forze che non ha portato ai risultati prefissi.

La richiesta di un aiutino, molto simile ad un’elemosina, alla Cgil ci sembra che sia stata ripagata con la partecipazione dell’onda allo sciopero generale indetto dalla Cgil del 12 dicembre. Una partecipazione che, anche questa volta, è stata contrattata e imposta da alcuni personaggi e non decisa dalle assemblee.
Visto che noi non abbiamo deciso nulla, che non abbiamo nulla da spartire con un sindacato che porta avanti questo tipo di linee politiche in gran parte responsabili dell’organizzazione attuale del lavoro, che non abbiamo alcuna intenzione di essere trasformati in numeri ad uso e consumo di avvoltoi e giornali e, soprattutto, visto che non vogliamo continuare in una maniera non orizzontale il percorso politico di un movimento ampio e eterogeneo, riteniamo di rifiutare la partecipazione allo sciopero del 12 dicembre, prendendo in considerazione l’organizzazione di iniziative collettive, nel periodo a noi piú consono, che puó essere anche il 12 dicembre, ma che partano da noi, unicamente dalle assemblee e che non siano presenti alcun tipo di bandiera o simbolo, ribadendo però il nostro appoggio ai lavoratori.





Collettivo Studentesco Veterinario

martedì 18 novembre 2008

per i ragazzi del 4 e 5 anno

le lezioni del lunedì di OSTETRICIA VETERINARIA con il prof. Marco Russo, per 3 settimane (24 novembre e 1 e 8 dicembre) saranno spostate al martedì (25 novembre, 2 e 9 dicembre), sempre dalle 11 alle 13

lunedì 17 novembre 2008

Documentazione prodotta dall' assemblea nazionale del movimento studentesco dell' onda anomala

Roma, 15 – 16 Novembre 2008
Reports dei tre Workshops tematici:

PRIMO WORKSHOP
Didattica

La complessità emersa nell’ambito di una discussione sull’autoriforma della didattica, ha messo in luce la molteplicità di articolazioni possibili tramite le quali immaginare una ristrutturazione dei processi didattici, cosi da poterli ripensare come non piu asserviti alla logica di disciplinamento introdotta dall’università del 3+2. Al tempo stesso queste differenze e pluralitá attestano tanto l’inevitabilità di contestualizzare queste riarticolazioni a contesti specifici, quanto la necessità diffusa di ripensare una trasformazione radicale dei processi formativi. Infatti, pur nelle differenze é emersa una chiara e totale opposizione al modello definito in Italia dal 3+2. Dall’assemblea si é prodotto quindi un dibattito complesso, espressione dell’esigenza dei differenti nodi di affrontare una discussione progettuale sull’autoriforma della didattica che dovesse tenere conto dell’articolazione di un confronto assembleare dal quale potessero risaltare la volontà di avviare un processo costituente e non di arrivare ad una definizione finale ed univoca delle pratiche che nell’attraversamento quotidiano delle facoltá e degli atenei giá aprono spazi di riappropriazione e decisione.
Da questo punto di vista sono emersi punti di convergenza vertenziali tra le differenti realtá.
1)Abolizione del sistema del 3+2 così come del sistema del credito. Da questo punto di vista si è prodotto un dibattito non sintetizzabile sulle modalità attraverso cui raggiungere l’obiettivo.
2)Critica alla parcellizzazione degli esami e proposte di riaccorpamento per favorire un sapere critico e complessivo
3)Rivendicazione di un’equa retribuzione del lavoro svolto in stages e tirocini: in ogni caso va garantito il carattere facoltativo degli stessi.
4)Critica della meritocrazia e sua applicazione in Italia. Non devono esistere poli di eccellenza contrapposti al resto delle universitá, a maggior ragione se autoproclamati come nel caso dell’AQUIS. In secondo luogo si è svolta una critica ai parametri di valutazione schiacciati sulla produttivitá, e nello stesso tempo si sono proposte nuove forme che privilegiassero la valutazione dal basso e la qualitá.
5)Abolizione dei blocchi all’accesso e lungo il percorso di formazione superiore. I blocchi devono essere eliminati sia come sistema di esclusione dal diritto allo studio, sia come filtri progressivi di stratificazione sociale.
6)Abolizione della frequenza obbligatoria come strumento di controllo sui tempi di vita e di studio.
7)Revisione dei piani di studio nella direzione di una conquista di una maggiore libertà dei propri percorsi formativi.
8)Le università del sud Italia hanno posto ulteriori motivazioni alla necessità della natura pubblica dell’università. La specificità dei loro territori pone l’accento su una massiccia corruzione.
Il dibattito del workshop è stato attraversato da un’analisi comune: quello di concepire il processo di autoriforma non come un disegno organico o un intervento legislativo, ma come il recupero di spazi di decisione diretta da parte degli studenti. Questo ha significato critica alla rappresentanza studentesca, ai processi di gerarchizzazione dell’amministrazione universitaria, e necessità dell’organizzazione autonoma del conflitto: riappropriazione di spazi (biblioteche, laboratori, aule autogestite, etc.) e di tempo, diffusione critica e autonoma del sapere. Accanto a questo si è sviluppato un dibattito articolato e aperto sulla proposta dell’autoformazione: questa è una tra le varie pratiche sperimentate per l’inflazionamento e il sabotaggio del sistema del credito.
La discussione su modalità autogestite di didattica ha dato spunto per proporre e approfondire la didattica partecipata, e che, in ogni caso, destrutturasse un rapporto gerarchico e verticale nella trasmissione del sapere: così come ha posto molta attenzione alla formazione non come accumulo indistinto di nozioni, ma come produzione di sapere critico.
Concludiamo ricordando l’indicazione di metodo rispetto al proseguimento delle lotte indicate durante questi due giorni: la cooperazione nasce dal dibattito propositivo e non ideologico tra le varie realtá che sperimentano in maniera autonoma conflitto dentro l’università.

SECONDO WORKSHOP
Welfare e diritto allo studio

Il workshop di ieri è stato partecipato da circa un migliaio di persone, al pari degli altri due. Si tratta, evidentemente, di un dato eccezionale dal punto di vista della quantità, in piena continuità con l’assemblea nazionale nel suo complesso e con queste straordinarie settimane di mobilitazione che stiamo vivendo. Ma c’è di più. Il dato della discussione di ieri è eccezionale anche dal punto di vista qualitativo. I quasi cento interventi da tutte le città che si sono susseguiti per più di sette ore di intensa discussione segnano un deciso e importante passaggio in avanti nell’elaborazione collettiva e nella costruzione di agenda politica su temi assolutamente decisivi per il movimento.
Lo slogan che attraversa e che maggiormente caratterizza le mobilitazioni universitarie, “Noi la crisi non la paghiamo”, definisce già con chiarezza la centralità delle questioni del Welfare e del lavoro dentro la riflessione politica e i processi di conflitto che si sono dati nelle mobilitazioni di queste settimane.
Sulla crisi finanziaria globale si registrano varie interpretazioni, talora contrastanti anche negli stessi ambiti del pensiero critico e radicale. In questo workshop, com’è stato più volte ribadito, il nostro obiettivo non era la definizione in termini di analisi di genealogia e tendenze dell’attuale crisi: essendo questo un tema di straordinaria importanza e attualità, preferiamo a tal fine proporre fin da subito la costruzione di uno o più momenti seminariali.
Il nostro punto di partenza è stato invece la definizione del carattere politico e il terreno di lotta che attorno al tema della crisi si apre, più precisamente sul problema della decisione della distribuzione della ricchezza sociale in un contesto che dalla crisi è profondamente segnato. Il presente movimento si muove all’interno di una doppia crisi: quella finanziaria e quella dell’università. Quest’ultima in Italia assume caratteristiche peculiari, determinate dallo storico disinvestimento nel sistema dell’istruzione e della ricerca, e dalle strategie di smantellamento operate dai governi di centro-destra così come da 2 quelli di centro-sinistra.
In questo quadro, come emerso dalla discussione, i processi di aziendalizzazione dell’università e i tagli dei finanziamenti alla ricerca e alla formazione si accompagnano all’aumento delle spese di guerra, ai fondi statali regalati alle imprese private, al piano salva-banche. La retorica degli sprechi e del contenimento del debito pubblico, abbondantemente utilizzata dal Governo nel tentativo di giustificare i tagli mortali contenuti nella legge 133, rivela qui infatti la sua natura puramente ideologica.
Tutto ciò, soprattutto, permette di individuare nell’università un terreno di lotta di particolare importanza, a partire da cui produrre dei processi di generalizzazione del conflitto. La parola d’ordine “noi la crisi non la paghiamo” indica quindi non una semplice istanza espressa da un particolare soggetto sociale, ma la sua capacità di parlare il linguaggio dell’intera composizione del lavoro e del precariato contemporaneo, proprio in virtù della centralità di studenti e saperi nelle forme attuali della produzione. Quello della generalizzazione è uno dei punti particolarmente sottolineati nel corso della discussione, come posta in palio delle possibilità di sviluppo dello straordinario movimento che sta stravolgendo le compatibilità che si credevano imposte dal governo Berlusconi. Non a caso, la Cgil è stata costretta a indire lo sciopero generale sotto la spinta e la forza dell’onda. Nel workshop si è prodotta una ricca discussione che ha permesso di fare un importante passo in avanti, di analisi e di merito politico, nella riconfigurazione del diritto allo studio e nelle battaglie attorno ad esso. L’attacco al diritto allo studio non assume più solo i tratti classici dell’esclusione, ma dei nuovi processi di selezione e inclusione differenziale direttamente interni al sistema universitario. Laddove i diritti sociali non sono più garantiti dal welfare pubblico, l’indebitamento rappresenta una costrizione per continuare a soddisfare bisogni collettivi, quali ad esempio la formazione e l’accesso ai saperi. Nonostante l’irrisorio e propagandistico stanziamento di fondi per le borse di studio, strettamente regolato dal sistema meritocratico, il progetto complessivo di trasformazione dell’università va nella direzione di un aumento delle tasse d’iscrizione. In questo contesto, se il diritto allo studio è certamente garantito dalla Costituzione, esso è di fatto non solo disatteso nella pratica, bensì nel nuovo contesto produttivo assume nuove caratteristiche. Infatti, un numero crescente di persone entra nel sistema dell’istruzione superiore nella misura in cui sono costrette a indebitarsi e si dequalificano i saperi a cui hanno accesso. I processi di lotta si spostano quindi sul piano del mercato del lavoro (sempre più regolato e intrecciato alla produzione di saperi e formazione), dei processi di gerarchizzazione e del welfare.
Di pari passo, il diritto allo studio si riconfigura come battaglia sulla qualità dei servizi e riqualificazione e autogestione dei saperi. Allora, prendendo anche atto del fallimento delle agenzie per il diritto allo studio, la lotta contro l’aumento delle tasse e la liberalizzazione dell’accesso, si deve accompagnare a una battaglia sulla qualità dei servizi, contro i numeri chiusi, per il non ripagamento dei prestiti d’onore (ovvero il sistema italiano del debito, ancora non pienamente affermato ma in via di tendenziale espansione). Una battaglia, quindi, contro qualsiasi tentativo di scaricare su studenti e precari i costi della crisi finanziaria e dell’università. La crisi la paghino invece le banche e le imprese, i governi e i baroni, oggi tutti alleati ben al di là delle retoriche su sprechi e corruzione. Se la sfida lanciata dal movimento ha nell’università un terreno privilegiato, deve al contempo riuscire a generalizzare le proprie istanze per poter aprire un terreno di più complessiva lotta sul welfare. Da questo punto di vista, è stato evidenziata l’inesistenza in Italia di ammortizzatori sociali e strumenti di sostegno al reddito per gli studenti e i precari. Occorre allora reclamare anche in Italia forme di erogazione, dirette e indirette, di reddito per gli studenti e i precari che vadano nella direzione dell’autonomia e dell’indipendenza e del rifiuto delle forme di precarizzazione.
La discussione ha elaborato delle proposte di agenda e campagna politica verso lo sciopero generale e generalizzato del 12 dicembre e oltre. Una settimana di iniziative in cui far vivere i temi di una nuova battaglia su case, mense, tasse e borse di studio, sull’accesso alla cultura (fatta di autoriduzioni in teatri, cinema, musei), sulla gratuità dei trasporti (dai treni ai bus), per la riappropriazione di appartamenti sfitti, per la libera circolazione dei saperi, contro i brevetti e i copyright. Una giornata di mobilitazione nazionale dislocata nelle diverse realtà territoriali in cui dar vita a blocchi della città, azioni, occupazioni per praticare e generalizzare lo slogan “noi la crisi non la paghiamo”. Uno sciopero del lavoro nero degli studenti universitari e dei ricercatori precari, reclamando reddito per le attività già erogate da studenti e ricercatori precari (stage, tirocini, il lavoro didattico, di ricerca e formativo non riconosciuto). La costruzione di un percorso di inchiesta che, dal punto di vista del metodo, dovrebbe diventare pratica centrale nella costruzione dei percorsi di lotta e di produzione di conoscenza. Come studenti e precari sono i produttori della ricchezza sociale, e di questa ricchezza vogliamo riappropriarci. Non vogliamo pagare la crisi finanziaria e dell’università, perché la crisi la paghino le banche, le imprese, i governi, i baroni. Non vogliamo pagare la crisi, perché noi siamo l’onda che li mette in crisi. Fluidi, imprevedibili e irrappresentabili nel nostro movimento, e al contempo forti, potenti e liberi come una mareggiata che li travolge. Perché il nostro tempo – il tempo dell’autoriforma dell’università, della riappropriazione della ricchezza sociale e di un nuovo welfare – è qui e comincia adesso.

TERZO WORKSHOP
Ricerca, Formazione e lavoro

Ricerca, formazione, lavoro. Questi i temi di cui abbiamo discusso durante la giornata di ieri, dal nostro punto di vista, dal punto di vista dell'onda. Abbiamo chiamato il nostro percorso autoriforma, autoriforma dal basso dell'università. Autoriforma dal basso per noi e' travolgere questa universita', attraversarla con i nostri desideri e le nostre proposte, proposte che vogliamo costruire a partire dalla comprensione della sua crisi e del suo rapporto con la società.
Una crisi esplosa da tempo e approfondita da un quindicennio di pessime “riforme” volte ad aziendalizzazione e privatizzazione dell'università, che i provvedimenti di questo governo trasformano in catastrofe. Pensiamo al taglio del FFO, al blocco del turnover , ma soprattutto alla trasformazione degli atenei in fondazioni di diritto privato, alle sue conseguenze in termini di discriminazione di censo nell'accesso a un'istruzione di qualità e di destrutturazione dell'intero Sistema universitario nazionale. Effetti che non potranno non aggravare le già critiche condizioni della scuola di ogni ordine e grado. Non dimentichiamo però le responsabilità di chi l'università ha gestito con meccanismi corporativi e clientelari, di chi soffoca la ricerca per mezzo di un'opprimente gerarchizzazione, di chi ha costruito un sistema fondato sullo sfruttamento generalizzato del lavoro precario, di chi ha oramai accettato l'idea di un drastico restringimento dell’accesso a un'istruzione pubblica di qualità. Il nostro obiettivo e' stanare e denunciare queste aberrazioni ovunque si manifestano, conoscerle per scardinarle. E' superare il cosiddetto 3+2, contrastare i suoi effetti di frammentazione e scadimento della didattica funzionali alla produzione di lavoratori precari e ricercatori al servizio del privato o dell'impresa di turno.
In due mesi di mobilitazioni abbiamo dimostrato di non avere alcuna intenzione di lasciarci incantare dalle false aperture del ministro Gelmini o chiuderci nel recinto di uno studentismo vuoto e arrogante. Abbiamo gridato dalle piazze di tutta Italia la nostra consapevolezza che solo l'unione e la generalizzazione di proteste particolari può rovesciare quei rapporti di forza che schiacciano il mondo dell'istruzione e della ricerca tanto quanto quello del lavoro. Solo il continuo coordinamento e allargamento della protesta potrà portare a un reale cambiamento nelle politiche del governo e per questa ragione aderiamo allo sciopero generale indetto per il 12 dicembre con la promessa di farlo vivere nelle nostre metropoli e in qualunque luogo raggiunto dall'Onda. Il nostro sciopero sarà dunque all'insegna della generalizzazione delle mobilitazioni, della lotta contro la precarietà e per l'abolizione di tutte le forme di lavoro parasubordinato contenute nella legge 30, contro ogni discriminazione di genere, cultura e razza, contro la criminalità organizzata che strangola il nostro Sud e sempre più anche il nostro Nord.
Autoriforma è il percorso concreto di elaborazione, d'inchiesta e di conflittualità che mette in crisi il sistema attuale, che propone un modello diverso di università attraverso una critica radicale dell'esistente. Vogliamo costruire un'università pubblica, democratica ed accessibile a tutti.
Per questo sentiamo l'urgenza, in questa fase di crisi profonda del modello sociale ed economico neoliberista, di un'università che sappia dare il suo contributo alla costruzione di un nuovo e più equo modello di sviluppo. Il nostro punto di partenza sarà l'analisi della ricerca concretamente prodotta dalle nostre università ed enti, delle sue ricadute sul territorio, la creazione di sapere critico e la moltiplicazione delle esperienze di autoformazione e didattica alternativa cui abbiamo dato vita nelle nostre mobilitazioni.
1) L'indipendenza e l'autonomia della ricerca sono per noi principi fondativi. La ricerca non deve essere subordinata a logiche di mercato: le risorse e le strutture pubbliche dalle quali essa dipende non possono essere messe al servizio di interessi privati. Il sapere e' un bene pubblico, una produzione collettiva e per questa ragione non appropriabile: i suoi risultati devono essere socializzati, ossia posti al servizio dell'intera società. Per questo riteniamo essenziale lo sviluppo di forme non commerciali della loro tutela (GPL/Creative commons) in contrapposizione al brevetto nonché il sostegno all'editoria scientifica open source ed una stretta sinergia tra ricerca e didattica. Siamo però consapevoli che l'emergenza attuale ha tra le sue cause principali il cronico sottofinanziamento delle attività di ricerca, che deve essere portato almeno ai livelli indicati dal Trattato di Lisbona (3% del Pil contro l'attuale 1%). E poiché una ricerca libera non può esistere senza ricercatori autonomi e indipendenti da ogni condizionamento, la democratizzazione dell'accesso ai fondi e la sua apertura ai ricercatori non strutturati e ai dottorandi è per noi condizione irrinunciabile.
2) L'autonomia della ricerca e la qualità dell'università pubblica non possono essere disgiunte dalla realizzazione di un nuovo concetto di valutazione. Tale concetto, più complesso della combinazione di indici presuntamente quantitativi, non deve essere legato al contenimento del bilancio, alla produzione di brevetti o al semplice numero delle pubblicazioni. Pensiamo che la valutazione debba essere intesa anche come rendicontazione sociale delle attività degli atenei e del sistema nel suo complesso, che non possa prescindere dai contesti territoriali in cui le università sono inserite. Contemporaneamente, ribadiamo che anche docenti, ricercatori e dottorandi dovrebbero essere coinvolti nei processi di valutazione. Gli esiti della valutazione della didattica e della ricerca dovrebbero condizionare la distribuzione di parte dei finanziamenti per gli atenei sia nella distribuzione dei finanziamenti ai singoli.
3) Il problema del reddito è sicuramente trasversale a tutto il corpo vivo dell'università: studenti dottorandi e ricercatori precari. Al lavoro di ricerca, perché di lavoro si tratta, devono corrispondere un salario adeguato e i diritti stabiliti dallo statuto dei lavoratori. La moltitudine di tirocini, stage e praticantati tutti rigorosamente non retribuiti non sono più tollerabili, così come la dilagante attività didattica a titolo gratuito. Ogni prestazione deve essere contrattualizzata al più come forma di lavoro subordinato a tempo determinato e in tal caso deve essere garantita la continuità del reddito, diritto fondamentale di cui chiediamo l'estensione a tutti i lavoratori precari. Non solo, commossi dall'attenzione del ministro Gelmini alle condizioni degli edifici scolastici, rivendichiamo ambienti idonei di studio, lavoro e ricerca.
4) Il dottorato di ricerca è il più alto grado dell'istruzione italiana e contemporaneamente l'introduzione all'attività di ricerca. Vanno dunque garantiti adeguati percorsi didattici e il diritto all'autonomia economica. Questo significa in particolare l'immediata soppressione dei dottorati senza borsa e il pagamento di tasse di iscrizione. I dottorandi dovrebbero vedere riconosciuti i loro diritti per mezzo di uno statuto nazionale a loro dedicato. Per quanto riguarda le specializzazioni è emersa la necessità di nuove procedure concorsuali trasparenti. Le mansioni affidate agli specializzandi non devono mai oltrepassare le competenze previste dalla legge.
5) Per quanto riguarda la spinosa questione del reclutamento, ribadiamo la nostra ferma opposizione al blocco del turnover. Ma questo non ci basta, dopo anni di blocco dell'accesso ai giovani che ha esasperato la precarietà e incentivato la fuga dei cervelli. Chiediamo l'istituzione di un contratto unico di lavoro subordinato una volta terminato il dottorato, di durata non inferiore ai due anni: esso deve sostituire l'attuale jungla di “contratti” precari. Tali misure non avrebbero tuttavia alcun senso senza un consistente reclutamento straordinario via concorso, che deve essere seguito da un reclutamento ordinario via concorso costante nel tempo. Per quanto concerne l'inquadramento della docenza, chiediamo l'istituzione di un ruolo unico e l'incompatibilità della libera docenza con contratti di diritto privato.
6) I ricercatori precari, essenziali al funzionamento di tutte le università italiane, sono completamente assenti dagli organi decisionali delle stesse. E' questo un elento chiave della gerarchizzazione del lavoro di ricerca e didattica. Come ogni altra categoria nell'università, i ricercatori precari e i dottorandi devono partecipare ai processi decisionali tramite i loro rappresentanti eletti.
7) L'Onda ha già valicato i confini nazionali. In tutta Europa si sono svolte manifestazioni di solidarietà al movimento italiano. Questo fatto ci parla della dimensione transnazionale dei problemi che stiamo affrontando. Il lavoro di ricerca prevede la mobilità come elemento irrinunciabile ma continuamente ostacolato dalle differenze dei diversi sistemi nazionali. Spesso le riforme, sgradite a chi l'università la vive, sono state giustificate in nome di una presunta volontà di integrazione a livello europeo. Vogliamo sottolineare che uno spazio europeo della ricerca ancora non esiste e che il movimento deve assumersi la responsabilità di cominciare a crearlo, non attraverso la normazione astratta ma attraverso la circolazione delle idee e delle lotte.
8) L'osservazione dei diversi modelli di sistema universitario presenti al momento in Europa ci permette di rigettare immediatamente alcune ipotesi di sviluppo, come il modello anglosassone e il principio del debito di formazione, già ampiamente entrato in crisi in Inghilterra e negli Stati Uniti. In quest'ottica proponiamo la convocazione di una riunione europea che metta in circolo le diverse vertenze sviluppate dai movimenti di studenti e ricercatori precari.
9) Questione di genere nella ricerca. Nella ricerca rimane aperta la stessa questione di genere che troviamo ovunque nel mondo del lavoro: da una parte la progressione dei carriera delle donne è fortemente filtrata ai livelli più bassi, dall'altra le donne subiscono il perenne ricatto biologico, aggravato dalla precarietà, per cui la maternità diventa in realtà la via di espulsione dal mondo della ricerca.
10) Se infatti autoriforma e' anche e soprattutto un percorso condiviso di lotte questo workshop ha espresso una molteplicità di strade che possono essere percorse a livello locale e nazionale:
- Se il precariato e' il problema di questa generazione una grande inchiesta sul lavoro precario nell'università ci sembra fondamentale, che porti ad un censimento a livello nazionale che ci permetta di tradurre nella forza dei numeri l'enormità del fenomeno
- La congiunzione con la protesta della scuola
- Appello studenti, dottorandi e precari per lo sciopero generale/gli scioperi generali.
- Coordinamento con la scuola (insegnanti, genitori, precari, anti137, nogelmini, circoli
genitori-insegnanti-universitari)
- Azioni locali contemporanee e condivise da tutto il movimento. Giornata nazionale della ricerca.
- Vertenze locali comuni studenti, ricercatori precari
- Sviluppare vertenze per l'Applicazione della Carta europea della ricerca.
- Iniziative di apertura verso l’esterno , nel territorio, di apertura dell’università alla
cittadinanza, ai bambini delle scuole, alle famiglie, ai lavoratori. Seminari in piazza ecc.
- Gruppo di studio sulla valutazione.
- Occorre sviluppare una critica di tutti gli strumenti di governance universitari a partire dalla fondazione di diritto privato CRUI e dell'autoproclamato circolo dei migliori atenei d'Italia, AQUIS
- Promuovere una assemblea Europea
Una molteplicità di strade ma molte di più, pensiamo, sono quelle che usciranno dalla fantasia di questo movimento, dalla forza della partecipazione che lo sta facendo vivere, dalla capacità di sperimentare percorsi nuovi che ha mostrato in questi giorni di mobilitazione. Il movimento deve durare, sappiamo che la nostra lotta avrà tempi lunghi ma sappiamo anche che, almeno per questo paese, è una grande occasione e grande speranza.

giovedì 13 novembre 2008

Manifestazione Roma 14/11/08

Per tutti coloro che fossero interessati a partecipare alla manifestazione a Roma del 14/11/68, in presidio è possibile prenotare il biglietto per il treno, al costo di 5 euro (prima classe), 5 euro(seconda classe), 5 euro (classe operaia), vagone fumatori esaurito.

L'appuntamento per la partenza è venerdì mattina alla stazione Garibaldi, alle ore 6:30.
Presentarsi puntuali!

lunedì 10 novembre 2008

PER I RAGAZZI DEL PRIMO ANNO...

Si avvisa che la lezione con la Prof.ssa Gargiulo (dalle 8 alle 10) si svolgerà REGOLARMENTE.

La Prof.ssa cercherà di finire un po' prima la lezione, in modo da permettere agli studenti di arrivare a Piazza del Plebiscito in orario.

Programma "Cultura in PIazza"

ORE 10:00 - 10:30
Anna Terracciano : "L'asino - questo sconosciuto" Lezione sull'asino dell'Amiata

ORE 10:30 - 11
Prof.ssa Pasolini : "Ruolo del veterinario ippiatra nell'attuale crisi del mondo ippico"

ORE 11:00 - 11:30
Prof.ssa Menna : "Fauna selvatica e discariche: problematiche per la salute pubblica"

ORE 11:30 - 12:00
Prof. Genovese : "Recenti risvolte sulle teorie evoluzionistiche"

Avvisi per martedì 11/11/08

  • Si informa che l' assemblea di domani al Don Bosco è annullata poichè gli studenti sono stati invitati a partecipare a "La Cultura in Piazza", una manifestazione interfacoltà che prevede interventi di studenti, ricercatori, tecnici e docenti sui temi d' impatto nella vita quotidiana. Le attività si svolgeranno presso Piazza del Plebiscito dalle ore 10:00 alle ore 16:00 suddivise in numerosi gazebi. I prof. sono stati messi al corrente che la frequenza alle lezioni potrebbe risentirne; inutile sottolineare l' importanza di una risposta massiva e compatta.
  • Si informano inoltre gli studenti che a partire dal 10/11/08 é stata ripristinata la normale durata delle lezioni (non più ore ridotte a 40 min.)

sabato 8 novembre 2008

CENA SOCIALE
DOMENICA 9 NOVEMBRE ORE 19 IN FACOLTÀ
FINALMENTE L'OCCASIONE GIUSTA PER GUARDARCI TUTTI NEGLI OCCHI, PER STARE INSIEME E RILASSARCI MA SOPRATTUTTO PER RIFLETTERE SUL PRESIDIO E SUL SUO FUTURO.
SIAMO AD UN PUNTO DI SVOLTA...
E' BENE CHE INSIEME TUTTI GLI STUDENTI DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DECIDANO DI INTERESSARSI DI CIÒ CHE ACCADE NELLA PROPRIA FACOLTÀ O DI CIÒ CHE LA PUÒ RIGUARDARE.
E' BENE CHE TUTTI CAPISCANO CHE IL PRESIDIO NATO ORMAI 12 GIORNI FA PUÒ ESSERE UNA RICCHEZZA PER L'INTERA FACOLTÀ, PER TUTTI GLI STUDENTI...E PUÒ ESSERLO SOLTANTO SE SARA' L'INTERA FACOLTÀ A PORTARLO AVANTI.
L'APPUNTAMENTO QUINDI E' ALLE 7 IN FACOLTÀ PER SCOFANARCI, RIDERE E SCHERZARE INSIEME...E PER DECIDERE DEL NOSTRO FUTURO.
CHIAMATE O CONTATTATE TUTTI COLORO CHE NON SANNO NEANCHE DELL'ESISTENZA DI QUESTO BLOG...DOBBIAMO ESSERE TUTTI!!!!
E' UNA CENA SOCIALE PERCIÒ NON DIMENTICATE DI CONTRIBUIRE OGNUNO DI VOI CON QUALCOSA DA BERE,MANGIARE O SUPPELLETTILI VARIE.
A DOMENICA!!!!

mercoledì 5 novembre 2008

manifestazione napoli 7 novembre

seminario emergenza rifiuti

Comunicazione di servizio

Si informano gli studenti e simpatizzanti del nostro movimento tutti
che nell`ambito della didattica alternativa, domani alle ore 12 il Dottor Orlando Paciello, ricercatore del Dipartimento di Anatomia Patologica della Facolta` di Medicina Veterinaria di Napoli, terra` una lezione intitolata "
La ricerca in Medicina Veterinaria : confronto tra Italia e Stati Uniti".

Siete tutti invitati a partecipare.

Collettivo Studentesco Veterinario

Documento interfacolta`

In data odierna 02/11/2008 il coordinamento inter-facoltà riunitosi, ha redatto un documento da presentare il 05/11/2008 alle ore 11,00 ai rettori degli atenei campani di seguito riportato:


All’attenzione dei rettori
degli atenei campani

Il Movimento Studentesco Napoletano, composto dagli studenti di tutti gli Atenei e delle scuole superiori di Napoli, ha dato prova negli ultimi mesi della propria forza, compattezza e capacità di autorappresentarsi.
Le ripetute manifestazioni verbali di solidarietà da parte del corpo docente e degli organi accademici ci sembrano inadeguate in quanto non hanno trovato alcun seguito in atti concreti. Riteniamo perciò che sia necessaria una netta presa di posizione da parte di quanti, fino ad oggi, non hanno dato un concreto apporto alla lotta, limitandosi a difendere i propri interessi corporativi.
La dimensione nazionale del movimento contro la legge 133/08 ha portato a fissare come prossimi appuntamenti collettivi le date del 7 e del 14 Novembre 2008.
Pertanto chiediamo:

- il blocco di ogni attività didattica nei giorni 7 e 14 Novembre 2008, al fine di garantire il diritto alla partecipazione di tutti gli studenti alle mobilitazioni nazionali in programma;

- la sospensione a tempo indeterminato delle elezioni delle rappresentanze studentesche in seno agli organi accademici, le quali, negli anni, si sono dimostrate uno strumento assolutamente non rappresentativo poiché votate da una percentuale irrisoria del corpo studentesco e sempre sorde a tutte le istanze provenienti dal basso;

- le dimissioni degli attuali organi accademici nel caso in cui la legge 133\08 venga approvata;

- la pubblica discussione dei processi decisionali che portano alla stesura del bilancio accademico, la pubblicità del momento approvativo dello stesso e l’affissione del bilancio stesso in tutte le facoltà e in tutti i plessi universitari.

Chiediamo inoltre di garantire il diritto alla partecipazione dei lavoratori a tempo determinato e indeterminato alla vita politica dell’università, colpiti anch’essi in maniera durissima dai provvedimenti di questo governo.

martedì 4 novembre 2008

Documento comune dell’assemblea permanente degli studenti in merito alla legge 133

Nel corso di questa prima settimana di lavori dell’assemblea permanente degli studenti oltre al profondo disaccordo verso l’impianto complessivo della legge 133 sono stati messi in evidenza i seguenti punti che riteniamo particolarmente dannosi per le istituzioni accademiche:
• La prevista possibilità per le università di trasformarsi in fondazioni, che viene fortemente incentivata dal legislatore con una serie di agevolazioni fiscali a carico di chi sceglie di finanziare le fondazioni universitarie anzicchè i classici atenei. Come previsto all’Art. 16 com. 5 che consente la deducibilità delle donazioni alle fondazioni ma non alle comuni università incentivando i privati a finanziare le fondazioni.
• All’art. 16 com. 14 si ribadisce espressamente la natura privatistica delle fondazioni, inoltre in molte parti la 133 sottolinea come la gestione delle medesime deve essere improntata a criteri di economicità senza fare alcun riferimento alla primaria funzione educativa e formativa degli atenei.
• Viene totalmente snaturato il rapporto tra le facoltà ed i privati, che potrebbe essere di per sé proficuo, ma che nei termini prospettati espone fortemente le facoltà al progressivo condizionamento da parte dei privati con il conseguente assoggettamento della ricerca alle sole logiche di mercato.
• Riteniamo che il sistema universitario attualmente prospettato porterà ad un inevitabile aumento degli oneri contributivi per gli studenti, ed in futuro ad un indebolimento dell’ accesso allo studio universitario.
• Pur ammettendo l’esistenza di numerose problematiche nell’ambito dell’attuale realta’ universitaria non riteniamo che tagli indiscriminati e decreti improvvisati rappresentino una soluzione adeguata al bisogno di riforme organiche da noi auspicate. Riteniamo in particolare che un taglio di 1441,5 milioni di € in 5 anni all’FFO, risulti in ogni caso eccessivo e particolarmente dannoso per le piccole realtà universitarie e per gli atenei del meridione in genere.
• La 133 per quanto riguarda il turn over del personale pur non citando esplicitamente un blocco delle assunzioni stabilisce dei criteri economici che di fatto rendono impossibile o comunque difficile provvedere a nuove assunzioni; ciò oltre a ridurre il numero dei docenti con conseguenti difficoltà a gestire la didattica colpisce in modo molto severo i giovani ricercatori ed i numerosi precari oggi presenti nelle facoltà italiane.
• Non condividiamo le condizioni a cui il governo ha attuato i propri obiettivi ed in particolare : uso sistematico del decreto legge e del voto di fiducia con conseguente eliminazione del dibattito parlamentare che unitamente alla presentazione ed approvazione delle proposte di legge in prossimità della pausa estiva oggettivamente hanno limitato la possibilità di dibattito pubblico su di una materia tanto importante; le proposte di legge inoltre sono state inserite nella legge finanziaria impedendo qualsiasi ricorso all’istituto del referendum.


Per la nostra attività di protesta ma anche per poter avviare una seria collaborazione con altre facoltà riteniamo indispensabile la partecipazione alla manifestazione regionale a Napoli prevista per il 7 novembre 2008 ed a quella nazionale a Roma fissata per il 14 novembre 2008. In tali date ci sembra opportuno un blocco totale dell’attività didattica per favorire una più ampia partecipazione.
Tuttavia ci pare fondamentale ribadire la necessità di assicurare il proseguimento della didattica ordinaria per la tutela del diritto allo studio seppur contestualmente ad una costante possibilità agli studenti di potersi riunire in assemblea.
Il provvedimento di ridurre le ore a 40 minuti ci sembra funzionale a tale scopo.

Gli argomenti esposti ci appaiono di estrema gravità e richiedono la pianificazione di un movimento capace di persistere nel medio-lungo periodo al fine di attuare forme di protesta valide ma anche di essere propositivo.
Riteniamo che per rendere la nostra protesta più produttiva sia indispensabile il convinto appoggio di tutto il mondo accademico e del corpo docenti in particolare.

I delegati del collettivo per il consiglio di facoltà del 4-11-08

Diario di bordo del 3/11/2008

Napoli 03/11/2008

Assemblea generale presso il Don Bosco

L’assemblea indetta dal collettivo degli studenti di medicina veterinaria prevede i seguenti punti all’ordine del giorno:

  • -PRESENTAZIONE DECRETO LEGGE 133
  • -PRESENTAZIONE DEL PRESIDIO PERMANETE
  • -PRESENTAZIONE COORDINAMENTO INTERFACOLTA’

Si vuole comunicare che per rendere il piu`ordinata possibile l`assemblea, essendo questa aperta a tutti i ragazzi iscritti ai diversi anni, si prega di riferire il proprio nominativo al moderatore e attendere che questo dia la parola.


Verbale:

Gli argomenti all’ordine del giorno sono stati i seguenti:

  • Presentazione del decreto legge
  • Presentazione del Presidio

Ha esposto l’ordine del giorno Concetta Avallone

Moderatore:Festi Antonella


INTERVENTI

Ha preso parola Giuseppe riguardo ad un problema sorto nel consiglio Interfacoltà in merito all’art.17 della 133. Dall’assemblea di Venerdì 31 ottobre era emerso che gli studenti di Medicina Veterinaria erano a favore del suddetto articolo per la parte inerente ai finanziamenti provenienti da privati. Nel consiglio interfacoltà si è manifestato il dissenso.

Alle domande risponde Concetta Avallone : ciò che emerge dall’Interfacoltà è il risultato di decisioni e considerazioni prese da una maggioranza. Per noi comunque non è un problema poco importante quello di finanziamenti provenienti da privati.

Giuseppe ribatte dicendo che il Prof. Fioretti era intervenuto all’assemblea di venerdì dicendo che poteva essere importante l’intervento di privati in merito ad un finanziamento.

Concetta sostiene che, per il momento, questa esigenza è del corso di Medicina Veterinaria e che non sempre possiamo portare all’Interfacoltà il nostro problema imponendo i nostri bisogni poiché ci sono sempre persone, di altre facoltà, che hanno esigenze diverse.

Interviene Francesco di T.P.A. dicendo che non essendoci nessun ente privato che finanzi l’università pubblica,non dobbiamo precluderci una minima possibilità di avere finanziamenti da privati e tagliarci le gambe da soli. Inoltre, bisogna cercare di fare tagli a ciò che non serve.

Il problema è che all’Interfacoltà ci sono sempre nuove urgenze su come muoversi nella protesta, il problema dei finanziamenti sarà riproposto.

Prende parola Armando facendo una piccola premessa sul fatto che lui sia contro questa riforma e che in giro c’è molta disinformazione: la Gelmini ha coinvolto prevalentemente elementari e medie e c’è poco che ci riguarda in realtà e che si può optare per un referendum abrogativo.

Concetta dice che l’art. 75 della costituzione non ammette referendum abrogativi per leggi finanziarie.

Ancora Armando domanda in che modo intendiamo muoverci dal momento che non si può fare nulla per abrogare la 133.

Dai delegati che ci rappresentano all’Interfacoltà emerge che si cerca di tenere rapporti anche con altre facoltà campane e non, cercando di portare avanti la protesta:la non abrogazione non è da poco.

Giuseppe esprime la sua preoccupazione sul fatto che il Consiglio Interfacoltà potrebbe far perdere l’identità della nostra protesta e sul fatto che già coi disaccordi in merito all’art.17, Giuseppe comincia ad avere dubbi su questo tipo di protesta e non capisce perché altre facoltà non ci appoggino. Giuseppe sostiene che non si può protestare senza l’art.17.

La risposta di Concetta è che bisogna cercare di non avere controversie:cerchiamo di non apparire in disaccordo. I nostri delegati al consiglio Interfacoltà si fanno portavoce di quanto detto in consiglio e ovviamente continuano a riportare la nostra linea di pensiero.

Giuseppe interviene dicendo che il Movimento Studentesco Italiano è contro l’articolo 17 ed andare contro Brunetta permette allo stesso di affermare che ci stiamo tagliando le gambe da soli.

Ma sempre Concetta tiene presente il fatto che all’Interfacoltà ciascuno dice la propria:è necessario del tempo prima che all’Interfacoltà siano presenti tutte le facoltà ed un punto di vista più o meno unanime proprio perché ogni giorno nascono idee nuove.

Prende parola Luca che afferma che non smetteremo di farci sentire all’Interfacoltà in quanto facoltà di Medicina Veterinaria siamo 1300 iscritti mentre quelli che seguono i corsi sono a malapena in 600: portare avanti da soli la nostra protesta non è conveniente sotto il punto di vista mediatico .

Si sottolinea come è dal 1989 che nella Facoltà di Medicina Veterinaria non si avvertono proteste così forti e che il numero degli studenti partecipanti superi di gran lunga quello di 20 anni fa.

Questo sicuramente ci incoraggia nell’essere partecipi al fine di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone.

Oltre alla volontà di acquisire maggiori competenze riguardo al decreto si esprime chiaramente la necessità di dare una precisa direzione alla protesta, munita di autocritica proprio nei riguardi della nostra stessa università, dove si evince il chiaro desiderio nonché necessità di giostrare meglio i fondi a disposizione.

In seguito alla dimissione dei rappresentanti degli studenti, è emersa anche la necessità di mandare due delegati del presidio in consiglio di facoltà e si è chiesto espressamente ai docenti ed ai ricercatori di prendere una posizione netta in merito alla nostra forma di protesta.

Dall’intervento di Clara è sorto il problema di reperire i ragazzi di TPA e SPA in quanto la partecipazione ai corsi è meno assidua ed è difficile conoscere la loro posizione. Da qui si è proposto che i ragazzi della specialistica presenti all’assemblea si occupino di organizzare delle idee e di fare arrivare quanto stabilito al presidio.

Giuseppe prende parola chiedendo se ci fossero iniziative concrete del presidio.

Sono stati organizzati diversi gruppi di coordinamento a cui tutti possono e devono prendere parte. Avere un maggior numero di studenti che prendono parte alle iniziative del presidio è fondamentale per portare avanti la protesta.

Il presidio è sempre aperto a nuove idee e nuove proposte ed è importante informare tutti di queste iniziative. Oltre ai gruppi in questi giorni si è lavorato alla creazione di un blog che viene costantemente aggiornato e si inviano comunicati a varie testate giornalistiche. Siamo inoltre stati informati del fatto che un giornale di Avellino ha esposto proprio le proteste della facoltà di Medicina Veterinaria di questi giorni.

E’ stato sottolineato il diritto alla protesta, costituzionalmente riconosciuto, e l’esigenza di stilare documenti ufficiali per farci sentire su tutti i fronti.

Non potendo optare per un referendum abrogativo, bisogna arrivare alla stesura di un decreto che si opponga alla 133 .

Si è parlato della forma di protesta attuata da professori e laureandi di presentarsi in seduta di laurea senza toga.

L’assemblea si è conclusa con l’esortazione dei ragazzi a partecipare alla nostra assemblea delle 12.


Coordinamento interfacoltà Federico II


Palazzo Giusso (Orientale occupata)

All’assemblea tenutasi alle ore 18,sono intervenuti esponenti delle varie facoltà,al fine di introdurre il punto all’ordine del giorno,ovvero la manifestazione che si terrà in data 7 novembre 2008.

Preso atto del fatto che alla protesta hanno aderito l’ateneo“phartenope” e “S.U.N.” si è discusso delle varie proposte inerenti al corteo.

I vari delegati,hanno proposto di seguire un itinerario prestabilito che arriverà alla sede di confindustria. I punti di partenza ipotizzati sono Piazza del Gesù o piazza Dante,tenendo conto che il movimento continua a crescere,e che gli atenei coinvolti sono sempre più numerosi.

L’assemblea dunque:

-invita a partecipare numerosi,in quanto la manifestazione prevede mobilitazione a livello regionale non solo degli studenti ma anche dei lavoratori dei vari settori implicati nella legge finanziaria.

-invita a suggeriire proposte per l’organizzazione pratica del corteo(volantini,manifesti…)

-soprattutto,suggerisce di seguire delle linee di comportamento prestabilito da attuare durante il corteo,precedentemente stabilite ,al fine di evitare disguidi.


L’ateneo S.U.N. ha proposto che al termine del corteo si tenga un’assemblea,in modo da dare la possibilità anche alle facoltà più dislocate di essere aggiornate riguardo le iniziative del Movimento Studentesco Campano.

Gli appuntamenti proposti dalle diverse facoltà sono i seguenti:


  • -4 novembre cena sociale all’interno della facoltà di Igegneria dell’ Ateneo Federico II presso la sede di Piazzale Tecchio.
  • -8 novembre l’ateneo S.U.N. propone l’iniziativa “Facoltà aperte” che si terrà presso il Polo Scientifico di Caserta,sito in Via Vivaldi,al fine di proporre una visione più concreta dell’operato dei ricercatori nell’ambito universitario.
  • -8 novembre a Firenze si terrà un’assemblea preliminare delegativa che precederà lo sciopero generale del 14.
  • -15,16 novembre in accordo con gli studenti dell’ateneo “La Sapienza” di Roma,si terranno nella Capitale assemblee plenarie per rafforzare il Movimento a livello nazionale.

L’assemblea si aggiorna al giorno 4 novembre in Via Porta Di Massa,nella sede della facoltà di lettere.

Diario di bordo del 30/10/2008




Napoli 30/10/08

Assemblea degli studenti

Ore 9.30: nel chiostro della facoltà si tiene una prima trattazione dei punti dell’ assemblea. Presenti una sessantina di studenti (per la maggior parte di medicina veterinaria, pochi di T.P.A.). E’ partito l’ invito ad attivarsi subito con l’ adesione a diversi gruppi di lavoro del presidio:

  1. Gruppo di coordinamento con altre facoltà
  2. Gruppo di coordinamento studio-legge
  3. Gruppo di coordinamento proposte-riforma
  4. Gruppo di coordinamento rassegna stampa
  5. Gruppo di coordinamento della didattica
  6. Gruppo di coordinamento del presidio.

( E’ aperta tuttora l’iscrizione ai vari gruppi di coordinamento…Affrettatevi)


Ore 10: Assemblea studentesca presso l’ Aula Miranda. I punti di discussione sono stati:

  • Richiesta al rettorato della posticipazione della presentazione delle liste stabilita per il 3 dicembre a data da destinarsi (presumibilmente nel mese di marzo) in segno di protesta alla decisione del rettore di anticipare le elezioni. La richiesta ha riscontrato l’ assenso (dopo votazione) dell’ assemblea. Da questa richiesta è emerso tra l’ altro che una lista è stata già presentata (lista di Confederazione) nonostante l’ accordo tra studenti di bloccare la presentazione delle liste.
  • Si è stabilito, sempre in base a votazione, che il presidio è un COLLETTIVO di studenti INDIPENDENTI E APOLITICO.

  • Per coordinamento interfacoltà non sono stati eletti come previsto 2 soli delegati, ma si è scelto un gruppo di ragazzi (Emanuele Cafararo,Stefano Picardi, Davide Mancuso, Luca de Blasio). Si è lasciata a loro la scelta in base al contingente di chi vada e si esprima per noi in questa assemblea.

  • C’è stato l’assenso dell’ assemblea (sempre in base a votazione) riguardo la richiesta da avanzare al rettore di bloccare la didattica e dell’ intera amministrazione degli atenei per il 7 e 14 novembre .

  • E` stato deciso provvisoriamente come nome del collettivo “ veterinari contro la 133”

  • E’ stata approvata la decisione di richiedere l’ abolizione delle firme di frequenza delle lezioni fino al 14 novembre.

  • Tra gli interventi è stato chiarito che il preside si è reso disponibile a informare i laureandi di oggi circa la possibilità di partecipare alla protesta attraverso atti dimostrativi (es. rinuncia della toga, affissione di manifesti in corridoio ecc.).

  • Approvato anche l’ avanzamento di una richiesta agli organi istituzionali (preside professori, ricercatori ecc) di prendere una posizione ufficiale circa la loro posizione sulla protesta contro il decreto 133.

  • Approvate le dimissioni degli attuali rappresentanti di facoltà per assicurare una forma di protesta libera e ribadire la necessità di separare la rappresentanza di facoltà da quella della protesta odierna.


Documento presentato ai prof.

In base alle decisioni prese in assemblea riguardo la presa di posizione ufficiale del corpo docenti, il seguente documento è stato loro presentato via mail e in forma cartacea.

{La risposta da parte di questi è stata portare i seguenti punti nel Consiglio di Facoltà del 4-11-08}.


All`attenzione del Preside, professori ordinari e associati, ricercatori e personale amministrativo tutto, della Facolta` di Medicina Veterinaria, Universita` degli studi di Napoli Federico II

-visti i recenti provvedimenti legislativi inerenti la riforma del sistema scolastico e universitario e delle conseguenti manifestazioni di dissenso collettivo da parte del movimento studentesco e non;
-tenuto conto delle istanze emerse durante l’assemblea studentesca riunitasi in data odierna;
- considerato anche il consenso ufficioso finora manifestatoci


SI CHIEDE:

  • una presa di posizione ufficiale,netta e definitiva circa la partecipazione attiva di tutti gli organi accademici alle manifestazioni in atto contro la legge 133 art.66 comma 3-5-7-9-13 e art.16
  • Il presente documento vale anche come invito a promuovere proprie iniziative di protesta ,affinchè il movimento studentesco non rimanga isolato!
  • Infine si esortano tutti i destinatari a partecipare all’ assemblea straordinaria che si terrà il 31\10\08 alle ore 9:00 in aula Miranda,in cui si discuterà circa l’organizzazione della didattica a partire da lunedi 3 Novembre!

Napoli Il movimento studentesco

30\10\08 “Medicina Veterinaria contro la 133”

Assemblea interfacoltà


TENUTASI PRESSO LA FACOLTA’ OCCUPATA DI LETTERE DELLA FEDERICO II

L’assemblea è iniziata con la presentazione dei delegati, i quali hanno esposto i diversi stati di agitazione in atto nei rispettivi istituti.

Facolta’ Di Medicina Veterinaria: Presidio Permanente.

Facoltà di Lettere e Filosofia: Occupata.

Facoltà di Architettura: Assemblea permanente

Orientale: Occupato.

Sociologia: Assemblea permanente.


Gli studenti di Giurisprudenza. Scienze del Servizio Sociale e quelli appartenenti al complesso del II Policlinico, hanno espresso le proprie difficoltà a definire una chiara linea di posizione nei confronti della protesta, a causa di problematiche interne.

L’obiettivo dell’assemblea è stato quello di stabilire delle linee guida comuni a tutte le realtà in lotta del movimento studentesco napoletano.

La decisione comune è stata quella di chiedere al Consiglio Di Amministrazione dell’ateneo di prendere una posizione ufficiale in merito alla legge 133/08 ed alla protesta in atto.

Sono state avanzate numerose proposte che i delegati di ogni facoltà riporteranno nelle proprie assemblee come punti all’ordine del giorno:

  • - Blocco delle elezioni delle rappresentanze studentesche e richiesta di nuove forme di rappresentanza
  • - Blocco totale della didattica e dell’amministrazione per consentire la partecipazione generale ed unitaria alle manifestazione dei giorni 7 e 14 novembre
  • - Eliminazione dell’articolo 17
  • - Trasparenza del bilancio e delle procedure.

Si è deciso, quindi, di presentare al Senato Accademico un documento comune sotto la doppia firma

Coordinamento Federico II

Movimento Studentesco Napoletano

La prossima data in cui si riunirà l’assemblea è il giorno 31 ottobre 2008 presso la facoltà di Lettere Occupata.


Documento da presentare al Senato Accademico

All’attenzione dei

Componenti del Consiglio D’Amministrazione

e all’attenzione dei

Componenti del Senato Accademico

Dell’Università degli studi di Napoli FedericoII"


Gli studenti della facoltà di Medicina Veterinaria,a seguito delle numerose assemblee studentesche tenute all’interno della facoltà, richiedono al Consiglio d’Amministrazione e al Senato Accademico:

Napoli, 31/10/2008 “Medicina Veterinaria

Contro la 133”

{Tale documento non è stato più presentato perché il senato accademico del 31-10-08 non si è più tenuto per problemi di ordine pubblico}.


STOP 133

Il nuovo governo, approfittando dell'estate, ha approvato il 25 giugno 2008 con la fiducia un decreto (poi *legge 133* http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm) che modifica profondamente la struttura dell'università!
Di tutta la legge finanziaria i punti che coinvolgono principalmente il mondo dell’istruzione sono i seguenti:

Ci sarà un taglio complessivo nei prossimi cinque anni di circa 1.5 MILIARDI DI EURO(Art 66 comma 13) che aggraveranno ulteriormente la già tragica situazione in cui si trovano le università italiane.
Inoltre sono previste limitazioni alle nuove assunzioni per quanto riguarda il personale ATA ed il Corpo docenti(Art 66 comma 3-5-7-9).
Inoltre secondo la legge (Art.16) le università possono decidere di trasformarsi in Fondazioni Universitarie Private, ma in realtà non si tratta di una libera scelta perché vista l’entità dei tagli si troveranno di fronte ad un bivio: chiudere o privatizzarsi!

Privatizzazione vuol dire aumentare le tasse agli studenti, che non avrebbero più un limite di legge. Le tasse infatti potrebbero aumentare a dismisura, anche raggiungendo i 6-7000 euro l'anno, sul modello delle università americane.
Le fondazioni sarebbero inoltre finanziate da enti privati, come ad esempio le industrie farmaceutiche (forse le sole a poterselo permettere), potrebbero tagliare le gambe a tutti quei settori universitari e di ricerca che non rientrano nei loro interessi.
La ricerca (scientifica e non), non più spinta dal puro interesse culturale e sociale ma dai fondi messi a disposizione e dalle commissioni dirette degli enti stessi, verrebbe duramente colpita.
Tutto questo porterà alla distinzione in università di serie A e di serie B in base alle disponibilità economiche degli studenti, quindi titoli di studio dal differente peso e possibile perdita del valore legale di questi. I collettivi dei vari atenei stanno organizzando assemblee per approfondire le conseguenze dei cambiamenti in atto, portati avanti da governi sia di destra che di sinistra di anno in anno, che minacciano quella che DOVREBBE ESSERE una UNIVERSITA' LIBERA PUBBLICA E DI MASSA.
Gli studenti, i ricercatori e i professori si stanno già muovendo e molti corsi quest'anno non partono per protesta, ma un problema così grave é ancora poco conosciuto.
Infatti il problema più grave é che nessuno sa niente, i media non ne hanno parlato, se non per screditare a titolo di minoranza chiunque abbia protestato contro questo assurdo disegno di legge!
Dobbiamo riuscire a bypassare il muro dei giornalisti e delle televisioni controllate da questo governo (maggioranza + opposizione, sia chiaro!!) per far sapere, perché tutto questo non passi indifferente!!
Questa non é una protesta politica ma nell'interesse di tutti, gli studenti per ora sono gli unici a interessarsi del problema insieme ai ricercatori e ai professori. Aiutaci a mobilitare tutti perché questo decreto potrebbe cambiare irrevocabilmente l'aspetto dell'istruzione italiana e quindi del paese.
AIUTACI! L'UNIVERSITA' è DI TUTTI !!!
UN POPOLO IGNORANTE E' PIU' FACILE DA COMANDARE!!



Presidio Permanente Veterinaria

Informazioni e chiarimenti sulla Legge 133

Per evitare facili confondimenti in merito ai vari provvedimenti circa l’organizzazione ed il sistema di finianziamento delle universitá riteniamo utile informare i nostri lettori sui principali provvedimenti approvati o ancora in esame in parlamento:

Riforma Gelmini: corrisponde alla legge 137 gia approvata e non contiene disposizioni per l’univesitá ma è diretta alle scuole elementari, medie inferiori e medie superiori.

D.L. 112: e stato varato dal consiglio dei ministri il 25 giugno 2008 e considerato come una parte integrante della manovra finanziaria 2009 e contiene le principali novitá per il mondo accademico.

Legge 133: è la legge con la quale il suddetto D.L. 112 è stato ufficialmente convertito in una legge dello stato italiano.

D.L.(decreto legge): è un particolare strumento legislativo a disposizione del governo per poter rispondere rapidamente ad improvvise necessita scavalcando il normale e piu lungo iter legislativo che non consentirebbe di intervenire con rapiditá.
Il D.L. deve peró essere convertito in legge entro 60 giorni dal parlamento altrimenti cessa di essere valido.

Legge Finanziaria: è tra le principali leggi che ogni anno vengono varate dal governo e approvata dal parlamento in quanto regola le entrate e le uscite finanziare dello Stato. In tale legge rientrano anche le modifiche apportate all’ordinamento universitario.

Il governo italiano quindi ha introdotto delle modifiche all’ordinamento universitario attraverso D.L. 112, scavalcando le istituzioni parlamentari. Solo con la legge 133 tale decreto è stato convertito in legge.
Quindi le modifiche che il governo propone sono contenute nella legge 133.



Ci preme sottolineare come il decreto legge nasce come uno strumento legislativo per rispondere ad impellenti necessitá dello Stato. Non ci sembra che il 25 giugno con le facoltá italiane prossime alla chiusura estiva il ridimensionamento dei fondi universitari sistema rappresentasse la prima urgenza della Repubblica Italiana.
La disinformazione che ne e’ seguita ha fatto si’ che il decreto passasse inosservato.

domenica 2 novembre 2008

emergenza rifiuti e inceneritori

Proprio sulla scia dell'informazione e sensibilizzazione... ecco un' articolo interessante che tratta un' altra tematica attuale e viva...Vi invitiamo a dire la vostra.

Relazione sulla conferenza in data 30 ottobre presso il cinema Sofia (Pozzuoli)
“UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE”
- Fuori dall’emergenza rifiuti senza discariche ed inceneritori-

La conferenza tenuta presso il cinema Sofia,di Pozzuoli,ha visto tra i relazionatori Paul Connett docente presso la LAWRENCE UNIVERSITY.
Per 21anni il professore Connet si e’ occupato dello studio sulle diossine,sostanze chimiche tra le piu’ tossiche.
Quale migliore luogo d’incontro se non la Campania,da mesi in una gravissime emergenza nel settore rifiuti urbani,e dietro di questo l’emergenza ancora piu’ grave sui rifiuti tossici.
E’da piu’ di 20anni che in Campania sono sversate illegalmente,in particolare nelle provincie di Napoli e Caserta,milioni di tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi dalle industrie italiane.Questa quantita’ di sostanze tossiche viene scaricata nei terreni agricoli,nella falde acquifere,nelle cave,in mare,in pratica in ogni spazio disponibile,tanto che ormai all’interramento si e’affiancato l’incenerimento.INCENERIMENTO CHE PORTA L’IMMISSIONE NELL’ARIA DI DIOSSINE,FURANI,METALLI PESANTI QUALI CADMIO,PIOMBO, E NANOPARTICELLE LETALI PER LA SALUTE.
La dimostrazione piu’evidente e’il considerevole aumento delle patologie tumorali e di aborti per anomalie congenite nella nostra regione,le nanoparticelle viaggiano per lunghe distanze e sono assorbiti anche dalle piu’semplici menbrane,specialmente quelle polmonari,senonche’ sono capaci addirittura di oltrepassare la barriera ematoencefalica.
Le diossine interferiscono con diversi ormoni,e una volta penetrate nel nostro organismo,non si riesce piu’ a liberarsene,tranne che nelle donne incinte,in quanto avviene un trasferimento dal corpo della donna al feto.
In Italia,sembrerebbe non esistere questo problema,visto che il Governo sembra non preoccuparsene minimamente,non misura il livello di diossina negli alimenti...quindi...l’ignoranza rende felici...e’il metodo italiano.
L’incenerimento e’ uno dei principali mezzi d-immissione di diossina nell’atmosfera.
Gli inceneritori causano 2 tipi di ceneri:quelle di fondo e quelle volatili che insieme formano il 30% dei rifiuti bruciati.Si parla di livelli tossici elevatissimi.
Durante il corso della conferenza il prof CONNET ci ha illustrato come avviene lo smaltimento dei rifiuti negli altri paesi del mondo:
GERMANIA-SVIZZERA-AUSTRIA:ceneri volatili racchiuse in buste di naylon e depositate in saline(metodica utilizzata anche per lo smaltimento dei rifiuti nucleari)
GIAPPONE:alcuni inceneritori assorbono le ceneri e tramite un particolare processo le trasformano in un materiale simile al vetro
DANIMARCA:il pese ecologista per eccellenza ha attuato una ecellente soluzione.....esporta le ceneri in Norvegia.
e in ITALIA????? nessuno lo sa.
I politici in generale sono favorevoli agli inceneritori...gli sta bene cosi’...una soluzione senza troppi sbattimenti.Ma l’opinione pubblica?e’molto contraria!
L’incenerimento,in realta’,rappresenta un investimento economico per nulla redditizio,dove gli investimenti vanno in attrezzature,macchinari e problematiche complesse...e pochi si arricchirebbero intorno a questo businnes,mentre noi(comunita’)ne pagheremmo le conseguenze per i prossimi 20-25anni.
TUTTI PRODUCIAMO RIFIUT PER CUI TUTTI SIAMO PARTE DEL PROBLEMA,MA CON UNA LEADERSHIP GIUSTA SAREMMO TUTTI PARTE DELLA SOLUZIONE.è l’ora che tutti,politici in primis,prendiamo sul serio la questione…il “loro”meccanismo è quello di creare DISTRAZIONI CONTINUE che ci allontanano dalle preoccupanti verità…ma il nostro buon senso deve avere voce per gridare e farsi sentire,siamo stanchi di essere parte di un mondo che ci taglia fuori da tutto…siamo stanchi di una società che ci fa recitare una parte senza nemmeno darci in mano il copione…siamo stanchi di essere comparse,vogliamo essere protagonisti del mondo cui abbiamo scelto di appartenere!è ora di scendere in piazza e informare/rsi…perché come diceva qualcuno..un uomo che guarda un muro è un uomo solo..ma due uomini che guardano il muro è un principio di evasione…

Maria Francesca

manifestazione 29 ottobre